I gemonesi hanno scelto in modo massiccio Urbani molto probabilmente, come spesso dichiarato, perché hanno visto in lui e nella sua amministrazione un attivismo ben maggiore che in passato.
Le scelte, le modalità con cui governa e ottiene consenso sembrano essere passate in secondo piano rispetto all’innegabile dinamismo.
Un altro dato che richiama immediatamente l’attenzione è il 42,2% ottenuto dal PD a Gemona alle Europee e il 14,8% ottenuto da Della Marina alle Comunali, principale avversario di Urbani e indicato dal PD, i cui uomini e donne erano presenti in modo consistente nella lista. Oltre il 27% degli elettori di Renzi ha scelto dunque Urbani a livello comunale, nonostante sia esponente dell’UDC. Perché si è verificato tutto questo?
La strategia del centro-sinistra e del PD in particolare si è rivelata, a nostro avviso, errata per almeno due aspetti. Il primo è stato la scelta del candidato da opporre a Urbani, già consapevoli di una vittoria molto improbabile. Si è scelto il passato invece di investire sul futuro che poteva essere rappresentato ad esempio da Sandro Venturini, segretario del partito, che difficilmente avrebbe raggiunto la vittoria ma, sicuramente, una più dignitosa sconfitta dalla quale partire per costruire un nuovo ciclo. In ogni caso bisogna dar merito a Della Marina di averci provato.
Il secondo aspetto riguarda il lavoro svolto dal Centro sinistra in questi anni, quasi nullo sul territorio e molto frammentato, discontinuo in Consiglio comunale dove è mancato il lavoro di squadra, che ha prodotto in questo modo una opposizione inefficace. Sarà capace ora la numerosa squadra eletta (ben 6 consiglieri) di raccogliere questa sfida e superare gli errori del passato? Di sicuro va cambiato il modo di rapportarsi agli elettori e a questo riguardo si potrebbe guardare a Tolmezzo dove primarie, incontri aperti per la scelta del candidato, dibattiti anche accesi ma veri, hanno portato Francesco Brollo ad una vittoria inaspettata.
In queste elezioni sono mancate le liste di Forza Italia e Lega. Nelle elezioni precedenti il PDL ha sfiorato la vittoria su Urbani per meno di 100 voti. Come mai questa volta non hanno partecipato, nonostante ci fossero validi consiglieri uscenti e nonostante la Lega abbia eletto Barbara Zilli prima in Provincia e poi diventata Consigliere regionale? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati Giuseppe Tiso e Barbara Zilli. Essi hanno rilevato che, a parte il M5Stelle, le liste partecipanti non avevano simboli di partito e pertanto non si potevano stabilire le rispettive appartenenze. A nostro avviso comunque l’assenza di queste forze politiche è stata evidente. Ma al di là di questo, il motivo fondamentale è che i cercati accordi con Urbani non sono andati a buon fine, troppo a ridosso della scadenza della presentazione delle liste e le forze di Centro destra non avevano la disponibilità di un candidato sindaco disposto a correre a quelle condizioni. Gli elettori di Forza Italia e della Lega che a Gemona sono numerosi, che cosa avranno votato in mancanza di indicazioni dai loro partiti? Non di certo Della Marina ed è del tutto evidente che la loro assenza ha favorito Urbani.
Le contemporanee elezioni comunali ed europee inducono un immediato confronto anche con i risultati del M5Stelle, presente in entrambe le votazioni: 16,4% alle europee e 6,1% alle comunali! Come per il PD anche nel M5Stelle una parte preponderante dei loro elettori ha preferito Urbani rispetto a Cargnello, in questo caso. Come mai? Candidato inconsistente o poco conosciuto nel territorio? Oppure gemonesi euroscettici che nel proprio comune non sentono l’esigenza di questo tipo di movimento politico?
Infine si sostiene da più parti che le liste che hanno sostenuto Urbani hanno saputo proporre, più di altre, candidati giovani, impegnati nella comunità a diversi livelli: nelle borgate, in associazioni di vario tipo, sportive, culturali, volontariato, pro loco, ecc. La sostanziale assenza di partiti fa cercare alla politica, soprattutto in questi ambiti, persone impegnate socialmente da candidare quali futuri consiglieri o, in alcuni casi, direttamente assessori. Ma siamo certi che sia sufficiente essere bravi e dedicati nella propria borgata o associazione per diventare altrettanto bravi consiglieri o assessori senza avere alcuna formazione amministrativa, senza una conoscenza del funzionamento della macchina che si va ad amministrare e dei propri ambiti e confini decisionali? Ciò non riguarda solo le liste di Urbani, che ha scelto massicciamente questa modalità, e non solo Gemona: è una domanda più generale che P&M cercherà in futuro di approfondire.
Forte di questa vittoria Urbani accentuerà ancora di più quel piglio decisionista che fino ad ora l’ha caratterizzato? Auspichiamo di no: una sana democrazia necessita di una opposizione che controlli, verifichi e proponga, supportata da regole che le garantiscano di operare con efficacia. Lo statuto del Comune di Gemona prevede ad esempio che il Sindaco possa negare la richiesta di convocazione del consiglio comunale fatta da almeno un terzo dei consiglieri o da 200 cittadini. Tali richieste, invece, dovrebbero trovare una via preferenziale e lo Statuto andrebbe corretto.
Ecco, a Gemona vorremmo assistere ad una dialettica vera tra gruppi che siedono nella maggioranza e nella opposizione, una dialettica che coinvolga i cittadini e che non si trinceri nelle percentuali del voto.