Il casus belli
La recente riforma degli Enti locali, approvata il 12 dicembre 2014 dal Consiglio regionale, ha cominciato il suo percorso attuativo letteralmente con i fuochi d’artificio.
La proposta regionale di suddivisione del territorio in 17 Unioni Territoriali Intercomunali (UTI), che saranno i nuovi soggetti della riorganizzazione amministrativa del Friuli Venezia Giulia, ha provocato malcontenti e reazioni un pò dovunque. Ed una delle aree cruciali di questa fase particolarmente “calda” è il Gemonese.
Il motivo del contendere è presto detto: la proposta regionale individua una UTI “Alto Friuli Orientale” (comprendente il Gemonese senza Osoppo ma con il Canal del Ferro – Valcanale) ed una UTI “Collinare”, con Osoppo, che ricalca il perimetro della storica Comunità Collinare del Friuli.
Sul dilemma “Osoppo da che parte deve stare”, ha preso l’avvio l’incontro organizzato dalla Lista Civica “Cumò par doman”, gruppo di minoranza nel Consiglio comunale di Osoppo, che si è tenuto nella sala consiliare della cittadina.
La buona politica
L’affluenza di pubblico è stata significativa, come pure la partecipazione compatta e qualificata di Sindaci ed addetti ai lavori.
Per la maggioranza regionale era presente il consigliere Enio Agnola.
Va subito detto che l’incontro, forse propiziato dalla conduzione del dibattito da parte della giornalista del Messaggero Veneto, Maura Delle Case, ha offerto un confronto di qualità, cosa ormai non così usuale sulle scene della politica nostrana.
Gli interventi che si sono susseguiti hanno avuto il pregio di esprimere con chiarezza le diverse posizioni, senza enfasi e senza contrapposizioni retoriche. Soprattutto, cosa anche questa non tanto frequente, con i tempi “giusti” e senza eccessive sbavature.
Quando un dibattito pubblico, pur se con tante voci, riesce a dare, civilmente, la possibilità di comprendere il problema e le ragioni delle diverse posizioni che si confrontano, è un bel segnale di maturità e rispetto per i cittadini e fa piacere sottolinearlo.
Quadro della situazione
Tralasciando i molti spunti che sono emersi, tutti obiettivamente degni di attenzione e mai banali, val la pena di arrivare subito al dunque.
Osoppo: la minoranza “Cumò par doman” (per bocca di Mirna Molinaro) che interpreta parte della popolazione di Osoppo e che rappresenta il PD locale organicamente legato all’attuale maggioranza regionale (quella che ha prodotto la legge di riforma), è contraria all’inclusione del Comune nell’UTI della Collinare ritenendo “naturale” e riconoscibilissima l’appartenenza di Osoppo al Gemonese. Con un termine un po’ altisonante la collocazione nell’UTI Collinare è stata definita “una deportazione” (Viviana Londero).
Diversa è la posizione del Sindaco Paolo De Simon e della maggioranza, che parte dal fatto che Osoppo è da 47 anni nella Comunità Collinare (dove nel tempo si sono sviluppate numerose sinergie nei servizi territoriali) e non vede motivo di abbandonare proprio adesso questa proficua collaborazione. Considera peraltro improponibile prendere in considerazione l’appartenenza ad un ambito (UTI Alto Friuli orientale) che arriva fino a Tarvisio. Nulla in contrario a discutere con il Gemonese, però…
Gemonese: vive con netta contrarietà l’aggregazione con i Comuni del Canal del Ferro – Valcanale e considera invece indispensabile mantenere l’unità della cosiddetta “piana del Gemonese” arrivando ad includere il Sandanielese (è oltretutto un’operazione necessaria per raggiungere i parametri minimi per l’istituzione di una UTI diversa da quella proposta dalla Regione). Su questa ipotesi tutti (Sindaci e minoranze del Gemonese) hanno espresso una convinta e unitaria volontà di andare avanti (cosa non da poco rispetto ai consueti distinguo e personalismi). Il Sindaco di Gemona, Paolo Urbani ha anzi caldeggiato l’ipotesi di aggregare all’UTI del Gemonese + Collinare anche il Tarcentino, cercando così di arrivare ad una massa critica di popolazione e di territorio, tale da coglier l’occasione “storica” di trattare alla pari con l’UTI Udinese, e le altre UTI di maggior peso (considerazione questa niente affatto banale). Ha parlato di maturità e di coraggio in questo passaggio chiave, entrando peraltro in contraddizione con la scelta della Giunta comunale di Gemona di aderire, assieme ad altri Comuni, al ricorso al TAR intentato proprio ai contenuti di questa legge di riforma. A seguire e con ulteriori considerazioni di merito, il Sindaco di Artegna Aldo Daici, il capogruppo della minoranza consiliare a Gemona Gianpaolo Della Marina ed il presidente del circolo PD di Gemona Sandro Venturini, hanno ribadito l’importanza di riconfigurare l’UTI unendo il Gemonese e la Collinare, della cui unione tutti avrebbero da guadagnare. Voci un po’ fuori dal coro sono state quelle del Sindaco di Montenars, Claudio Sandruvi e del Sindaco di Forgaria, Pierluigi Molinaro, secondo i quali “piccolo è bello”.
Comunità Collinare del Friuli: il presidente del Consorzio, Giambattista Turridano ha esposto in termini pragmatici la situazione. In sede di formazione della legge di riforma, la Comunità Collinare del Friuli ha chiesto (ed ottenuto) dall’assessore regionale Panontin di salvaguardare nelle future UTI l’assetto della Collinare per non “gettare al vento” una così lunga storia di collaborazione. I Sindaci dei Comuni che ne fanno parte hanno scelto all’unanimità che la Collinare rimanesse così com’è.
Se un Comune dell’attuale Collinare uscisse dal Consorzio (ad esempio Osoppo), la stessa dovrebbe essere messa in liquidazione. Se poi a nord il Gemonese preme per unirsi, a sud vi sono altrettante pressioni verso la Collinare per aggregarsi da parte dei Comuni del Codroipese. Secondo Turridano è forse meglio valutare più in là nel tempo, dopo il primo assestamento delle UTI, l’opportunità di unioni più allargate.
Regione: per bocca del Consigliere di maggioranza Enio Agnola (che ha espresso anche valutazioni a titolo personale) la posizione della Regione parrebbe attualmente di attesa, non contraria a priori ad ipotesi organizzative diverse da quelle proposte, purché coerenti con gli obiettivi complessivi della legge. Ha ricordato come tutte le forze candidate alla guida della Regione avessero nel loro programma la riforma degli Enti locali e questo compito è toccato, per volontà degli elettori, all’attuale maggioranza. Ha chiarito che il disegno delle UTI proposto dalla Regione si è basato (a dir la verità non sempre…) sui perimetri dei servizi socio – sanitari. Ha ricordato peraltro di come la necessità di proporre questa legge abbia all’origine la scelta, anche questa presente nei programmi elettorali, del superamento delle Province. Quello poi che viene letto come “autoritarismo” della Regione non è altro che la necessità di rendere obbligatoria la riorganizzazione degli enti territoriali, pena il fallimento dell’intera operazione, come già avvenuto in passato (vedi L.R. 1/2006).
Alcune considerazioni
Il dibattito, pur se già ricco ed articolato, è ancora nella fase (certamente non facile) della definizione dei perimetri delle UTI. Poco si parla ancora dei contenuti, delle potenzialità, degli strumenti (finanziari ed operativi) che occorreranno per farle funzionare.
Per il Gemonese si è aperta una partita importante anche se assai complessa, di cui Osoppo può rappresentare sia il nodo più critico, che il punto di svolta.
Si ha l’impressione che la Comunità Collinare preferisca per ora giocare un ruolo di rimessa, essendo obiettivamente in una posizione di forza, anche in ragione del suo esplicito riconoscimento in legge.
Il Gemonese a sua volta sta giocando tutte le carte possibili, esercitando un forte pressing sulla Collinare, ma partendo da una posizione di maggior debolezza.
La situazione è comunque dinamica e di grande interesse.
Speriamo che il dibattito, anche se aspro, prosegua sui binari imboccati nell’incontro di cui abbiamo qui dato conto.
Pense e Maravee ne seguirà comunque con interesse l’evoluzione.