Politica

Giù le mani dall’Ospedale!

Pronto soccorso 24 ore su 24, mantenimento dei Reparti di Medicina e Chirurgia. Ma come si inserisce la difesa ad oltranza dell’attuale organizzazione ospedaliera gemonese nel programma di riforma del sistema sanitario regionale?

P1000447L’assessore regionale per la salute Maria Sandra Telesca ha recentemente ribadito che non è più rinviabile una riorganizzazione della sanità della nostra regione in quanto l’analisi dei dati ha evidenziato ridondanze che disperdono risorse e non garantiscono sicurezza.

L’assetto istituzionale prospettato nel documento di introduzione alla riforma prevede cinque aziende sanitarie, la revisione della rete ospedaliera (imperniata sugli ospedali di Trieste, Udine e Pordenone) e un’Agenzia dove saranno centralizzate tutte le funzioni che non hanno un rapporto diretto con il paziente (gestione amministrativa, acquisto di beni e servizi, stazione appaltante, supporto alla programmazione regionale).

La Regione ha promesso di non chiudere strutture ospedaliere, ma intende procedere alla ridefinizione delle loro funzioni. Giocoforza questo toccherà l’Ospedale di Gemona. Chiunque vinca la tornata elettorale dovrà confrontarsi con questo problema e non potrà limitarsi al ruolo di scudo dell’Ospedale (ovvio in tempo di elezioni), ma dovrà piuttosto assumere quello di tramite, non passivo, ai propri concittadini dei cambiamenti che si renderanno necessari ed eventualmente di valido propositore di convincenti progetti alternativi.

Cosa c’è a questo proposito nei programmi dei candidati sindaco?

Nel suo programma Paolo Urbani non va oltre l’invincibile scudo. In un’intervista al «Messaggero Veneto» prospetta un possibile ruolo utile del nostro ospedale nell’allargamento dell’offerta di servizi sanitari verso Tarcento e San Daniele. E’ verosimilmente la speranza che ventila la Regione e alla quale Urbani si aggrappa.

Della Marina condivide la stessa speranza, ma è più creativo. Immagina a Gemona:

– un Centro regionale per la riabilitazione;

– un ambulatorio della montagna ossia una struttura deputata alle patologie da alta quota (ci risulta che ne esiste solo uno attivo in italia, ad Aosta, aperto 4 ore a settimana);

– ambulatori per la diagnosi e cura di patologie neurovegetative.

Si tratta di progetti ambiziosi, che richiedono risorse economiche e tempi non brevi di realizzazione. Possono rientrare tra le ipotesi di ricollocazione delle risorse della sanità regionale?

Anche Marco Cargnello del Movimento 5 stelle si domanda se sia fattibile la riconversione della struttura ospedaliera in centro di erogazione di servizi sanitari di eccellenza e di avanguardia. Fa riferimento alle citate ipotesi di Scelgogemona senza formularne altre e senza entrare nei dettagli.

Infine poche fantasie per Dino Cargnelutti: se riusciamo a mantenere quello che c’è, siamo già contenti.

Interessante sarà andare a vedere le mosse concrete del vincitore nei prossimi mesi.

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