“Da giovane ho lavorato in una fabbrica di pentole e in un ristorante come cuoca e cameriera. Nel 2001 mio marito è venuto in Italia e io l’ho seguito l’anno dopo, facendo uno “scalo” di 7 mesi in Austria. Perché siamo venuti? Per dare un futuro ai nostri tre figli, due femmine e un maschio.
In Italia ho fatto diversi lavori: la cameriera ai piani da Willy, la stagione in montagna al passo Pramollo, l’operaia alla SEIMA di Tolmezzo e da ultimo l’assistente famigliare. Mio marito ha lavorato come muratore prima, in un ristorante poi e infine in fabbrica, alla Ledraplastic di Osoppo.
Le nostre 2 figlie sono già ritornate in Romania e con ogni probabilità le raggiungeremo il prossimo anno quando mio marito andrà in pensione. Dal dicembre 2013 sono disoccupata e così sostituisco, quando mi chiamano, le bandanti che operano a Gemona.
Ho cercato sempre di imparare: ho fatto la patente e seguito corsi di italiano, di tedesco e un corso per assistenti famigliari organizzato dal servizio sociale. In Italia mi sono trovata bene. Certo ho trovato anche persone che mi chiedevano perché ero qui. Io rispondevo che ho fatto come tanti italiani che sono andati all’estero. L’importante è essere persone per bene.
Sto pensando che Leontina incarna, a sua insaputa, le moderne teorie sul lavoro: più lavori nel corso della vita, in ogni dove, continuando ad aggiornarsi e imparare. Leontina è presente nella piccola rete di badanti rumene-moldave-polacche che ha sede nella chiesa di Santa Lucia e partecipa alla attività del gruppo: il coro “Le voci dell’est”, il racconto a bambini di fiabe e filastrocche rumene e altro ancora.
Nel video potete ascoltare una badante storica a Gemona e punto di riferimento per il gruppo, Floreae (Flori), rumena della Transilvania, che ci racconta in sintesi perché è qui.