Immigrati

Immigrazione a Gemona.

Riportiamo un estratto di articolo pubblicato sul periodico Pense e Maravee (n. 85) nel maggio 2012 che caratterizza il fenomeno dell’immigrazione a Gemona. La sintesi è stata aggiornata con alcune recenti novità.

Al 31/12/2011 c’erano 573 residenti stranieri (fonte: anagrafe comunale), che rappresentano il 5% della popolazione, con una crescita negli ultimi 2 anni (2009) di quasi il 20%. Il 54% sono donne, il 20% sono giovani e l’11% sono nati in Italia.  Quasi 6 famiglie su cento contano uno straniero. Senza gli stranieri la popolazione totale si attesterebbe ben al di sotto le 11.000 unità. Quali sono i Paesi di provenienza? Vediamo i dati in tabella:

Paesi M F Tot.
Macedonia 91 90 191
Romania 53 48 99
Albania 32 24 56
Marrocco 20 20 40
Ucraina 23 23
Polonia 3 17 20
Moldavia 7 13 20
Kosovo 13 6 19
Croazia 7 5 12

Se facciamo una lettura riferita alle etnie e non agli Stati, al primo posto troviamo gli albanesi (provenienti da Macedonia, Albania e Kosovo) e  a seguire i romeni.

Il fenomeno nelle scuola dell’obbligo La percentuale degli alunni in regione era, al marzo del 2011, del 10% (ovvero 13.545 su 135.348 alunni frequentanti le scuole della regione). In provincia di Udine dell’8,39 %. A livello provinciale le etnie più rappresentate sono albanese e rumena. Molti alunni pur di cittadinanza non italiana sono nati in Italia da genitori stranieri (fonte: Ufficio Scolastico Regionale per il FVG). A Gemona nel corrente anno scolastico, nella scuola dell’infanzia  e primaria c’erano 70 allievi stranieri: 18 macedoni, 16 albanesi, 11 algerini, 7 rumeni, 3 cinesi e così via (fonte: direzione didattica). Alle medie statali ci sono 20 ragazzi stranieri  con un’oscillazione negli ultimi 5 anni tra un minimo di 10 e un massimo di 20 (fonte: presidenza).

Immigrati e attivita’ imprenditoriali Si contano sette attività commerciali gestite da  cinesi (5), albanesi (1)  e brasiliani (1). Al mercato gli ambulanti stranieri sono 8: 7 cinesi e un marrocchino. Questi ultimi non risiedono a Gemona.

Immigrati e servizi sociali Roberto Copetti, responsabile del servizio Assistenziale, mi informa che i residenti immigrati da Paesi comunitari e non godono degli stessi diritti dei residenti.

Il fenomeno delle badanti Le prime badanti che sono arrivate a Gemona, più o meno agli inizi del decennio scorso, erano di nazionalità  croata. Il miglioramento della situazione economica in quel Paese ne ha fatto cessare il flusso. Negli anni successivi sono giunte badanti ucraine, che garantivano  tempo pieno e permanenze lunghe, pur presentando a volte problemi di permesso di soggiorno, polacche, rumene o provenienti dalla Moldavia, uno degli Stati più poveri d’Europa. Da un’indagine effettuata dall’ASS n. 3 su 80 badanti presenti a un corso di formazione è emerso che la fascia di età ha come estremi i 40 e  64 anni. La metà di queste donne è in possesso del il diploma di scuola media superiore, il 10% ha conseguito la laurea. Quasi tutte svolgevano lavori molto diversi dall’assistenza nel loro Paese d’origine. Il 60% di loro ha figli grandi, spesso a loro volta genitori. La maggioranza delle intervistate ha dichiarato che all’arrivo in Italia l’intenzione era quella di trascorrere più o meno tre o quattro anni di lavoro in questo Paese. Molte donne poi faticano a riabituarsi allo stile di vita del Paese di provenienza, si sentono straniere in casa e quindi frequentemente allungano la permanenza in Italia o fanno in modo, quando è possibile, di trasferire anche la famiglia e di trovare un lavoro che le impegni solo durante il giorno. La ricerca di una casa è il primo passo verso l’autonomia e la stabilizzazione, verso una nuova vita a tutti gli effetti.

Aggiornamenti. – Il servizio sociale dei Comuni ha promosso ulteriori incontri anche di formazione e favorito la ricerca di una sede da utilizzare come punto di incontro e scambio tra le badanti  e la comunità. La Parrocchia ha messo a disposizione una stanza all’interno della Chiesa di Santa Lucia in Piovega. – Le badanti rumene, con il supporto di alcune operatrici dei servizi sociali dei comuni,  hanno costituito il coroLuci dell’est” che ha accompagnato, tra l’altro, la Messa Pasquale 2014.     

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