Giovani in moto

L’Olanda di Giacomo

In Olanda fare l’artista e’ una professione… Continua il racconto Giacomo della Marina,

Rotterdam-2Rotterdam

Sbarco a Rotterdam, città molto industriale e completamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale in quanto completamente distrutta dai bombardamenti. Ho vissuto li  per cinque anni. Dopo essermi diplomato in accademia, ho cominciato a lavorare per una piccola compagnia di danza nella città di Breda: in Olanda infatti fare l’artista e’ una professione. Può essere un hobby ma ci sono paesi, e l’Italia non e’ certo uno di questi, in cui alzarsi la mattina, andare a fare lezione, fare prove fino alle sei e poi salire su un palco e’ considerata una professione di tutto rispetto. Con questo intendo dire che il mio primo contratto si basava sulla mia esperienza e sulla mia eta’. Il mio salario era proporzionale alle ore lavorative e aveva regole rigidissime per quanto riguardava i miei diritti. Fondi pensionistici, copertura infortuni, permessi, diaria. Non solo. Il mio datore di lavoro pagava allo stato mensilmente i contributi per il Retraining Program for Dancers. Pagando per dieci anni questi contributi- ci si aspetta che la carriera di un ballerino duri almeno fino a quarant’anni- a fine carriera, lo stato olandese paga al contribuente il costo di una nuova formazione. E’ così che numerosi colleghi alla fine della carriera hanno studiato per diventare medici, avvocati, insegnanti.

 Se tutto questo mi e’ sembrato un paradiso, ho presto scoperto i lati meno positivi di questo paese.  

Il tempo metereologico

In Olanda piove. In Olanda piove spesso. In Olanda piove sempre. In Olanda piove tutto l’anno a parte un paio di settimane tra maggio e giugno. E la cosa assurda e’ che molte giornate cominciano nel modo giusto. Esci di casa e c’e’ il sole, pero’ non fai in tempo a girare l’angolo che piove. Il tempo è molto imprevedibile. Le nostre giornate di sole totale sono molto rare. E l’aspetto più assurdo e misterioso e’ che il cielo si prende una pausa dalle sue costanti precipitazioni nel momento in cui, attraversata la città’ in bici, si entra all’asciutto ma fradici.

Il cibo

In Olanda si mangia molto male. Questo popolo sembra quasi un popolo turista che viaggiando ha raccolto piccoli e a volte insignificanti dettagli delle culture incontrate per poi al ritorno farle proprie. Le specialità’ locali si contano sulle dita di una mano e non eccellono per originalità’ e gusto. Gli olandesi pensano di aver inventato la patatina fritta. L’origine della patatina fritta e’ fonte di una delle più’ famose diatribe tra olandesi e belgi. La loro cucina e’ una mistura di cucina francese tedesca, inglese. Adorano la cucina italiana ma mangiano senza sapere come accostare i sapori. Nella salsa ragù ci mettono i broccoli e la mangiano con gli spaghetti magari sorseggiando un cappuccino. Non saprebbero probabilmente distinguere un cappelletto da un tortello. Tutto questo e’ chiaramente visibile all’interno del supermercato. Non esistono grandi supermercati, non c’e’ grande scelta di prodotti. Le corsie con patatine e bibite zuccherate sono più ampie di quelle della verdura. Il pane e’ quasi sempre in cassetta. La verdura viene venduta al pezzo e il concetto di frutta e verdura di stagione e’ praticamente inesistente, quindi lunghe sono le ore passate all’interno di un supermercato per la ridotta scelta di alimenti disponibili e per la speranza di essere illuminati su che cosa cucinare per cena con i quattro prodotti sani che il supermercato comune propone. Questo tuttavia ha dato stimolo a numerosi incontri culinari con amici soprattutto mediterranei: sabati sera e domeniche spesi cucinando tagliatelle, crostoli, frittelle, zuppe di pesce.

Amsterdam-2Libero professionista ad Amsterdam

Dopo alcuni anni a Breda ho deciso di lasciare la compagnia e diventare libero professionista. Mi sono trasferito ad Amsterdam, che e’ una città’ molto più’ internazionale e aperta e ho avviato la mia partita iva. L’Olanda e’ uno dei pochi paesi in cui e’ conveniente essere libero professionista. Le tasse si pagano ogni trimestre e sono direttamente proporzionali alle entrate. Ci sono condizioni favorevoli per i giovani e lo stato e’ molto attento e fornisce tutte le informazioni necessarie a svolgere l’attività nel modo migliore. Ovviamente devo avere un commercialista.

La lingua olandese.

Uno dei grandi difetti, ma anche vantaggi di questo paese e’ che non serve parlare la lingua locale. Possiamo tranquillamente dirci che il neerlandese non spicca per essere una lingua affascinante. I suoi suoni non sono musica per le nostre orecchie. Se all’inizio pensavo il tedesco fosse la meno piacevole da ascoltare come lingua, ho dovuto ricredermi. L’olandese le batte tutte. Questo paese e’ tuttavia praticamente bilingue. Tutti parlano inglese. Io per lavoro non ho mai dovuto imparare l’olandese. Lo capisco e posso esprimermi in modo molto essenziale, utilizzando un lessico ridotto, tuttavia non c’e’ mai stata la vera e propria necessita’ di apprenderlo. Alla mia affermazione “I am sorry, I do not speak Dutch!”  data ad un senzatetto che mi chiedeva aiuto, la risposta e’ stata “Don’t worry I can speak English too!”. Quindi se pensavo di poter avere una scusa per non fare l’elemosina, ho dovuto ricredermi. Vivo in un  paese dove tutti parlano inglese e dove anche nell’ambiente di lavoro si parla inglese, dove ai minimi tentativi di parlare l’olandese con accento straniero, l’olandese stresso risponde in inglese. Ora anche se dopo molti anni, sto frequentando un corso per imparare la lingua. Il corso e’ sovvenzionato dallo stato, quindi gratuito.

Il mercato delle droghe leggere.

Credo che una delle domande che molti vorrebbero farmi sia legata al mondo delle droghe leggere. Come si sa, l’Olanda e’ uno dei pochi paesi dove la marijuana e’ legalizzata. Non entro nel merito delle ragioni che hanno portato gli olandesi a questa scelta. Quello che vedo e’ che e’ un fenomeno che e’ tenuto molto sotto controllo. Non e’ possibile fumare per strada, non e’ legale coltivare marijuana, non e’ legale averne più di una determinata quantità’ in casa. Non e’ vero, come certi giornali sostenevano, che non viene venduta ai non residenti- forse questo succede al confine, ma non nelle grosse città. Non e’ vero che le città pullulano di coffeshop, come non e’ vero che le strade sono piene di stoned people (drogati) sui cigli. E’ sicuramente percepibile meno il contrabbando.

I quartieri a luci rosse

Un simile discorso potrebbe essere fatto per il mercato del sesso. Tralasciando il fatto che l’avvento di internet ha causato un incredibile recesso nel sesso a pagamento in quanto e’ possibile avere molto materiale pornografico live, i red light distric (quartiere a luci rosse) delle città sono una realtà che regolarizza un’attività che ho la sensazione esisterebbe comunque, di conseguenza meglio tutelare il cliente e il lavoratore. Le persone che si prostituiscono, maschi e femmine hanno la fortuna di avere i loro sindacati che li tutelano e le norme igieniche sono molto rigide. I clienti, come anche tutti coloro che non fanno uso della prostituzione per essere appagati sessualmente, possono essere testati gratuitamente  nei GGD- centri specializzati  in malattie a trasmissione sessuale e se trovati affetti da qualche patologia medicati e supportati. Da questo punto di vista il sistema sanitario si e’ reso conto che l’attività’ sessuale e’ piacevole e sentita come necessaria da molti e quindi l’informazione deve essere alta e ogni individuo ha diritto ad essere aiutato e tutelato.

In generale si può tuttavia osservare che in entrambi i casi, sia si parli di droghe sia di sesso a pagamento, l’olandese medio non ne fa uso. Si poterebbe quasi dire che sono piaceri per chi sceglie di visitare il paese.

Il Conservatorio di Amsterdam

Al momento lavoro li. Dopo aver collaborato come danzatore freelance per quasi tre anni con l’Opera Nazionale Olandese ed essermi appassionato al canto lirico, mi e’ stato chiesto di insegnare movimento presso la Dutch National Opera Academy agli studenti di master in canto d’opera. Infatti in Olanda come in molti altri paesi e’ possibile anche laurearsi come artista. E’ possibile avere un’istruzione superiore di livello universitario in svariate discipline. Questo permette di approfondire i propri interessi, di uscire dalla diffusa concezione hobbistica dell’arte, di entrare in contatto con numerose realtà, di essere rispettati come tenaci lavoratori pronti a volte a una vita di grossi sacrifici. Infatti la vita dell’artista non e’ più dura di altre, ma richiede molta costanza, rispetto per se stessi, un sano e buon controllo del proprio ego, buone capacita’ comunicative, una sensibilità ed una attenzione verso l’altro molto spiccate. Richiede la capacita’ di essere umani nel forte e nel debole e di saper abbracciare una persona per almeno trenta secondi come succede in certi paesi del Sud America dove credono che il contatto tra i corpi ha senso solo se vissuto a fondo, ascoltando e scambiando attraverso il contatto le energie e le proprie emozioni.

La nostalgia di Gemona

Quando mi chiedono se io abbia o meno nostalgia dell’Italia, del Friuli e di Gemona, istintivamente e con sicurezza rispondo che non c’e’ posto come il nostro paese. I miei affetti, i miei ricordi e molte delle mie esperienze sono partite da quel piccolo paese friulano. Li’ sono cresciuto e mi sono formato. La lontananza a volte e’ terribile e  spesso vorresti essere nell’altro luogo, anche se per fortuna i legami e gli affetti più profondi rimangono sinceri e vivi. La mia grande famiglia e i miei amici sono sempre lì con le loro splendide vite e ogni volta che arrivo sembra solo mi sia allontanato per qualche giorno e di pochi chilometri. L’energia e’ la stessa di sempre e nonostante il tempo passi riusciamo ad aggiungere alle avventure precedenti delle nuove.

Una delle mie zie mi ripete, ogni volta che mi vede, il suo desiderio di vedermi lavorare come artista a Gemona. Dice che ricorda la forte presenza teatrale e artistica del paese quand’era piccola, soffre per le molte conoscenze che hanno lasciato il luogo per cercare una vita diversa altrove e mi invita ogni volta a pensare di costruire qualcosa li nel mio paese d’origine. Anni fa ci ho pensato seriamente ed e’ così che ho connesso i miei ricordi dell’infanzia con l’ora e l’adesso.

 LabL’esperienza con il Lab

A Gemona ho incontrato il Lab- Laboratorio Internazionale della Comunicazione. Anni fa, grazie ad una ragazza come me nomade, Giada, sono entrato in contatto con Emanuela Demarchi e le ho proposto una bottega di movimento per i corsisti del Lab. Questo mi ha permesso di ritornare a Gemona portando a casa quello che ho imparato stando lontano. Il movimento e’ qualcosa che accomuna tutti nonostante le diverse culture. E’ qualcosa che c’e’ ma che spesso tendiamo a rinnegare. E’ qualcosa di molto viscerale ed istintivo che ci ricorda che noi siamo più simili agli animali di quanto crediamo. E’ la chiave per ogni tipo di relazione che non può usare una lingua. Emanuela ha accolto la proposta. Sono ormai quasi cinque anni che passo la mia estate a Gemona con il Lab. Il Lab e’ molte cose. Per me e’ la possibilità’ di abbattere determinate barriere date a volte dalla distanza. E’ la possibilità di viaggiare in tutto il mondo stando nella mia vera casa che e’ Gemona. E’ l’opportunità di andare alle radici della mia arte e convincermi sempre di più’ che il movimento e’ un linguaggio sincero. E’ la possibilità’ di tornare a casa dopo una lunga lontananza e danzare lì sul sagrato del Duomo. E’ la possibilità di sentire quello che sento quando cammino per le affollate strade di Amsterdam: tanta gente e tanta diversità che va osservata e apprezzata. E’ la possibilità’ di tornare alle origini con l’arte. E’ la possibilità’ di non aver paura del non conosciuto e quindi di conoscere per capire che la paura del diverso risiede solo nell’ignoranza e nel tremendo pregiudizio. Le diverse culture sono un’incredibile ricchezza. Quale opportunità migliore per tutti i gemonesi se non quella di avere il mondo a portata di mano?

Ho scritto questo articolo perché penso sia giusto condividere. Penso sia importante che la mia terra sappia che la vita può offrire grandi possibilità basta saperle aspettare e cercarle. Che non ha senso scoraggiarsi e che una lingua nuova o un’esperienza all’estero possono essere formative e dar vita a  nuove prospettive. In un periodo in cui per la nostra generazione di giovani sembra non ci sia un futuro sicuro, penso e credo valga la pena rischiare. Qualsiasi sia il risultato e’ sicuramente un grande guadagno.

Ci sono molte altre persone di Gemona che vivono all’estero ma spesso tornano. Io sono estremamente curioso di sapere cosa fa la mia gente. Vi invito ad esserlo anche voi.

 

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