Il calendario racconterà la storia, riporterà le immagini di altri tempi, porrà anche delle domande circa il futuro della ferrovia. Riportiamo come “antipasto” il racconto di un giornalista della Patrie dal Friul che fa una gita sui luoghi dei cantieri nella fase conclusiva dei lavori (1913).
… Tutte le volte che passavo per la stazione di Gemona, vedevo intenti a travaglio dozzine e dozzine di operai lungo la striscia bianca di ghiaia che si estende lontano con una grande curva verso Osoppo, e mi sentivo risorgere il desiderio di fare una visita a quei lavori. Pensavo: deve essere interessante prendere visione completa di come una ferrovia sorge: quando vi passiamo sopra con il treno fragoroso, non ci accorgiamo di tutte le fatiche volute a mettere insieme il nastro binato che allaccia paesi e paesi , sulla pianura uniforme sopra torrenti e fiumi, salendo e scendendo per colli e per monti, forando le montagne dove non è possibile per qualsivoglia motivo salire, questo mio desiderio, per gentile intromissione di un amico e l’ accondiscendenza dell’ impresa, fu appagato: percorsi e vidi tutto il terzo tronco della Spilimbergo – Gemona, dal suo inizio (circa un chilometro a valle della fermata di Cornino) al suo innesto nella Udine – Pontebba.
Come è noto, il percorso Spilimbergo – Gemona fu diviso, per gli appalti, in quattro tronchi: Spilimbergo-Pinzano, già in esercizio, costruito dall’impresa De Marchi e Ceconi di Pielungo; Pinzano – Cornino affidato all’ impresa Bona Macciotta e comp., che trovò un forte ritardo causa il ponte sull’ Arzino, pel quale un corso di lavoro fu dovuto cambiare il sistema di erezione delle pile ; Cornino alla gran curva presso la stazione di Gemona,affidato all’impresa Orsini Ghezzo e Fedrigo è ormai quasi pronto a sopportare il passaggio dei convogli, meno il tratto da Cimano a Cornino cioè il vasto letto del Tagliamento ivi diviso in due larghi rami racchiudenti lo strano isolotto del Clapàt; ultimo e più breve (non più di 600 metri) dalla grande curva presso la nuova linea s’innesta nella Pontebbana fino alla stazione di Gemona, affidato alla Cooperativa Carnica di lavoro e pur questo quasi completo.
– Non s’illudano però i lettori per le parole ripetute: quasi completo; sino al venturo anno, forse in estate, la locomotiva non correrà sbuffante sulla linea!… Per intanto, anche là dove i lavori sono innanzi o anche pressoché ultimati, bisogna accontentarsi di viaggiare su carrelli da trasporto. Chi ha percorso il primo tronco, sa che da Spilimbergo a Pinzano si viene quasi sempre costeggiando il Tagliamento e che vi si godono bellissime viste: giù il vasto letto dalle nude ghiaie solcato di Rami che si avvicinano si incrociano si allontanano scintillando nel sole; di fronte, il terrazzo che alla sinistra del fiume si prolunga elevandosi gradualmente dietro i cespugli e i boschetti e lascia vedere tra il verde i campanili e le case raggruppate de’ suoi frequenti villaggi, poi le colline di S. Daniele e Ragogna con il suo castello e la crollante chiesa in alto; e infine, di fronte Pinzano con il suo castello pittoresco sul colle grazioso e i monti dell’ Arzino; e dietro i monti di Forgaria e più lontano le prealpi del gemonese, tutto un seguirsi incantevole di paesaggi ammirabili. E chi, dopo Pinzano, e proseguito un po’ nella valle dell’ Arzino, sa che pur ivi la natura fa pompa di variate bellezze. Ma chi si affacci alla sinistra del Tagliamento nella località detta Cimano dal nome della piccola borgata che ivi sorge, avrà dinanzi un panorama L’avevo altra volta veduta, ma senza goderne. Era in occasione triste, quella mia prima visita : una grandissima iattura sul lavoro, due vittime dilaniate dalla cieca forza dell’aria compressa… Ma ora che mi accingevo ad una semplice “ricognizione” con l’animo non turbato dal dolore, lasciai che l’occhio si beasse di quel poetico insieme. Anche qui posi sopra un terrazzo corre sotto di te il Tagliamento vorace e batte e flagella e corrode l’ alta sponda così che in due tre anni ne ha dispersi, intorno a quel punto, ben quattro metri onde la spalla destra del ponte al Cimano fu dovuta portare più addentro e si renderà necessario costruire argini e ripari se vogliasi che altra campagna sia travolta. Stanno a te dinnanzi in lunga teoria le fila su cui poserà il ponte ferroviario e vedi approntati casse e campane per la costruzione di altre pile unite alle prime e sulle quali si imposterà il ponte della strada carrozzabile. Questi lavori attraggono primi il tuo sguardo, e ti sembrano – e sono realmente commisurati alla piccolezza dell’ uomo – grandiosi, imponenti. Ma quale grandiosità, quale imponenza non devi poi confessare nelle opere della natura!… Un circo grandioso, immenso , i cui limiti sono dati da colli e da monti:i colli di Buia e di Artegna, e i monti Castellirs, Bernadia, Quarnan , Champeon, Gemina, Naruint e Corva e Corno e i poggi di Cornino e di Forgaria… E dietro a questi, altre vette più alte sporgono da forcelle, da insenature, da valloni…e alla tua sinistra il monte di Ragogna sembra avanzarsi a sbarrare il passo al Tagliamento. Quei poggi quei colli quei monti e il multiforme vallo che n’è compreso, tutto è costellato di paesi , di chiese, di castelli:Buia, Artegna, Montenars, Maniglia, Gemona, Gemona, Trasaghis, Cornino, Forgaria, Vito d’Asio…e Osoppo solitario.
Il primo dicembre 1914 veniva inaugurato l’ultimo tratto. “Finalmente il primo convoglio ferroviario imbandierato parte da Cornino, carico della gente del Forgiarino, di Cimano, San Daniele, Majano ed Osoppo e percorre lentamente la nuova ferrovia fino a Gemona.”