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“Così è se vi pare”, ma non senza aver sentito l’opinione contraria!

Mentre ci prepariamo per la vittoria del Brasile il prossimo sabato, così, “mi pare”, poniamo ancora tre domande sui mondiali e sulle manifestazioni in Brasile. Risponde gentilmente il giovane Silvio Pedrosa, professore di Storia e militante della Rete Università Nomade e che lo fa da un punto di vista completamente diverso da quello presentato negli articoli precedenti.

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Chi nella sinistra è contro la sinistra del governo in Brasile?

I partiti di sinistra che si oppongono oggi al governo Dilma del Partito dei Lavoratori sono vari e includono l’opposizione dei partiti di sinistra: i partiti socialisti come il PSOL (Partito Socialismo eLibertà), il PSTU (Partito Socialista dei Lavoratori Unificato) e il Vecchio PCB (Partito Comunista Brasiliano). Inoltre, c’è ancora la recente novità che è emersa dal ciclo di manifestazioni del giugno 2013, una sinistra autonoma in rapporto al sistema dei partiti. Organizzata da gruppi, comitati e assemblee popolari di quartiere, ed è da questa sinistra che parte l’opposizione politicamente più qualificata contro lo spostamento a destra del governo brasiliano di Dilma, giacché le opposizioni tradizionali non riescono a sbarazzarsi dalle trappole della forma-partito in una strategia congiunturale nella quale la rappresentazione politica subisce una grave crisi globale.

I motivi per cui si rifiuta il governo del PT sono molti: la coalizione che favorisce la promozione di un “neosviluppismo” (che fa pensare, anche materialmente, come nel caso della centrale idroelettrica di Belo Monte) ai progetti della dittatura militare e il suo nazionale “sviluppismo”; l’incapacità del governo di uscire dalle situazioni più difficili come quella di dare continuità alla democratizzazione sociale che i due governi Lula non sono riusciti a realizzare e che si ripetono nel governo Dilma. Quest’opposizione sociale diventa una forza politica capace di affrontare l’ingerenza alienante delle forze degli affari del settore agro-zootecnico, del conservatorismo religioso, del “redditismo” e dei sistemi di dominazione di classe in Brasile,come la violenza brutale della polizia (abbiamo la polizia che uccide di più al mondo) e un sistema rappresentativo ogni volta più dominato da imprese attraverso il finanziamento privato di campagne elettorali, tanto per dare due esempi.

Chi è contro la Coppa in Brasile e perché?
Qui credo che sia necessario dare una spiegazione importante. Il grido di protesta “Non ci sarà la Coppa” non può essere inteso come un tentativo di sabotaggio dei mondiali (anche perché molti, come me, che l’abbiamo appoggiato, siamo appassionati di calcio). Non può nemmeno essere confuso con quello dell’opposizione alla Coppa della destra, un’opposizione bloccata dalla sua propria naturaeconomica: la destra, infatti, è rappresentata dalla Rete Globo di Televisione che detiene i diritti ditrasmissione dell’evento) e che ha tentato di coniugare i migliori dei mondi: unacoppa con alti profitti che favorisse anche l’attacco al governo con critiche in difesa dello status quo. L’opposizione della sinistra al mega eventohal’obiettivo di denunciare le più di 250 mila rimozioni di persone povere realizzate per i lavori della Coppa, lo stato di eccezione imposto dalla FIFA – con il consenso del governo – l’inseguimento e la criminalizzazione della lotta sociale e politica – con l’arresto di militanti in casa, sequestro di materiale di protesta e addirittura di libri, la militarizzazione della gestione delle città, con un investimento sorprendente delle forze di repressione e l’utilizzazione delle forze armate nelle favelas e nelle aree povere, la “gentrificazione[1] delle città che i mega eventi (nel caso di Rio de Janeiro ci sono ancora le Olimpiadi del 2016) intensificano in modo accelerato, promuovendorimozioni“bianche”o ancora il processo di “elitizzazione” degli stadi brasiliani che toglie aibrasiliani stessi, a quelli poveri, uno dei pochi divertimenti che si potevano permettere. I problemi sono stati e sono molti e quest’opposizione della sinistra, ha aiutato a denunciarli, mostrando il regime di eccezione che la FIFA ha imposto ai Paesi sede degli eventi – motivo per cui  i tedeschi, che hanno ospitato la Coppa nel 2006, hanno perfino ringraziato i brasiliani.

Chi difende le ultime manifestazioni con la presenza dei Black Blocs e perché?
La presenza dei Black Blocs, malgrado l’intensa e negativa campagna dei media e del governo, riceve l’appoggio dei manifestanti per una ragione molto semplice: quelli che conoscono la forza repressiva sproporzionata della polizia militare contro i manifestanti, e ancora, contro i neri e i poveri nelle favelas, rifiutano, la falsa equivalenza creata dalla parola violenza. Le azioni dirette promosse dai praticanti della tattica Black Bloc (rompono i vetri delle banche, per esempio) così come la resistenza davanti allo schieramento con i manifestanti non può essere comparata alla violenza contro le persone. Nel giugno del 2013,un noto presentatore di un programma sensazionalista ha messo in onda un’inchiesta. La domanda era se i telespettatori erano a favore delle proteste con “baderna”, che in Brasile significa manifestazione non del tutto pacifica, ma con lo scopo di resistenza di fronte alla violenza della repressione. Il presentatore cercava di squalificare le proteste per la riduzione delle tariffe dell’autobus ed è stato sorpreso dal massiccio appoggio al “protesto com baderna”. Un anno dopo, l’intenso investimento nella criminalizzazione dalla parte dei media egemoniche riguardo la resistenza ha prodotto un maggiore rifiuto, ma l’equivalenza continua ad essere una gigantesca distorsione del dibattito. Le manifestazioni sono state molteplici e coinvolgono diversi movimenti. Il Movimento dei Senza Tetto (MTST) per esempio, ha mobilitato 25 mila persone la vigilia della Coppa, e ha ottenuto risposte importanti come l’espropriazione d’immobili per la costruzione di case popolari e il Movimento Passe Livre (MPL) ha riunito10 mila persone contro la tariffa dei trasporti pubblici e con denunce contro la Coppa pochi giorni fa. Una cosa è certa: il 2013 è un anno che non è ancora finito. Le elezioni presidenziali di ottobre sono in arrivo.

 

Il blog di Silvio Pedrosa: oladoesquerdodopossivel.wordpress.com

 

[1]Indica l’insieme dei cambiamenti urbanistici e socio-culturali di un’area urbana, tradizionalmente popolare, avvenuti a seguito di investimenti per la riqualificazione delle aree e degli immobili per la popolazione benestante.

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