Considerevole partecipazione al convegno “Oltre la crisi politica ed economica. Assetti fondiari collettivi e Amministrazioni comunali in dialogo” che si è svolto il 24 ottobre scorso a Gemona. Il tema delle proprietà collettive, della loro importanza e del loro ancora incompiuto riconoscimento, ha convocato nell’auditorium San Michele numerosi cittadini, Consiglieri regionali, Sindaci, parlamentari, altri rappresentanti istituzionali e delle amministrazioni dei beni civici, per un confronto sul futuro di queste modalità di gestione dei beni della collettività.
Il convegno ha rappresentato infatti un momento importante e ben riuscito di confronto sul significato e sulle attuali potenzialità delle proprietà collettive e di come queste rappresentano oggi positivi esempi di buona amministrazione, di partecipazione alla gestione dei beni comuni, di difesa dell’ambiente e del paesaggio. Ciò è stato messo in luce dalle stimolanti analisi proposte dai tre relatori Nadia Carestiato, docente presso l’Istituto universitario salesiano di Venezia, Matteo Favero, dottorando di ricerca del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova e Michele Nicoletti, professore di Filosofia politica all’Università di Trento nonché membro del Parlamento italiano, le cui registrazioni saranno disponibili a breve sul nostro sito.
La proprietà collettiva si può definire come “un altro modo di possedere” rispetto alle forme proprietarie più note. La gestione attiva delle proprietà collettive può essere oggi una delle risposte alla crisi e rappresenta una potenzialità importante, per la costruzione di quell’economia equa, che valorizza e non sfrutta le risorse del territorio, che non è orientata solo ed esclusivamente al profitto in un’ottica di equità intergenerazionale e di rinnovabilità delle risorse.
Nel solo Friuli esistono 46 Comuni in cui è accertata ufficialmente l’esistenza di Beni comuni tradizionali (tra i quali Gemona), ma fra di essi sono ancora una piccola minoranza quelli in cui opera un Comitato regolarmente costituito per la loro amministrazione a vantaggio della comunità locale. In altri 93 Comuni friulani – a oltre 85 anni dalla promulgazione dalla legge del 1927 che le impone – si attende ancora la definizione delle operazioni di accertamento dei diritti collettivi sulle Terre comuni.
Durante i lavori del convegno è stata rinnovata ai consiglieri regionali presenti (appartenenti a diverse forze politiche) la richiesta indirizzata alla Regione di procedere all’approvazione della legge che riconosca finalmente le proprietà collettive e la loro autonomia di gestione. Un’altra richiesta è stata indirizzata ai Comuni e ai Sindaci presenti affinché venga superata la diffidenza e anche ostilità dimostrata in alcuni casi dalle Amministrazioni comunali nei confronti delle Amministrazioni delle proprietà collettive. Una misura risolutiva in questo senso potrebbe essere il riconoscimento negli statuti comunali.
Il Sindaco di Mereto di Tomba Massimo Moretuzzo ha introdotto il dibattito evidenziando le criticità esistenti nella nostra Regione, l’alto livello di burocrazia che devono sopportare le comunità che avviano le gestioni separate dei beni civici e i difficili rapporti con il preposto Commissario regionale. Criticità che non permettono di sviluppare appieno tutte le potenzialità di queste esperienze che ciononostante evidenziano risultati positivi come quelli della proprietà collettiva di San Marco. I cinque ettari di proprietà collettiva sono coltivati in rotazione a frumento e ad erba medica e sono lavorati secondo i principi dell’agricoltura biologica. Ad oggi, la farina di San Marco viene macinata a Codroipo in uno dei pochi mulini che ancora effettua la molitura a pietra, successivamente lavorata dal panificio di Mereto di Tomba, che produce una volta a settimana il pane di San Marco ed altri trasformati quali biscotti e grissini. Gli stessi prodotti sono in vendita in una decina di piccole botteghe della zona.
Criticità e potenzialità confermate in diversi interventi che si sono succeduti come quello del Sindaco di Carlino o del rappresentante delle proprietà collettive delle comunità slovene.
L’on. Giorgio Zanin, nel suo intervento oltre a impegnarsi nel lavoro di ricomposizione del quadro legislativo nazionale su questa materia, ha lanciato la “sfida” di come prevedere per il futuro la nascita di nuove proprietà collettive, considerando che le attuali sono quelle tramandate dal passato.
Un impegno chiaro ad affrontare la situazione è stato dichiarato dal Segretario della V Commissione del Consiglio regionale (preposta al tema dei beni civici) il quale ha comunicato analogo impegno anche da parte del Presidente della Commissione.
Considerando che anche a Gemona esistono proprietà collettive, come ad esempio il bosco di Ledis in merito al quale alcuni cittadini hanno avviato alcuni ragionamenti e proposte, è stato un peccato che né il Sindaco di Gemona né altri rappresentanti della Giunta comunale abbiano partecipato a questo momento di confronto.
Nel prossimo numero di Pense e Maravee, in arrivo tra pochi giorni a tutte le famiglie, un inserto speciale è dedicato al tema delle proprietà collettive. Scarica qui in ante prima l’inserto!
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