Cultura

“Tre cose sono necessarie per un esecutore: l’intelligenza, il cuore e le dita” Wolfgang Amadeus Mozart

Intervista al pianista Marius Bartoccini

Marius Bartoccini

Marius Bartoccini pianista classe ’83, friulano d’adozione, ha conseguito la Laurea in pianoforte con il massimo dei voti al Conservatorio di Musica “J. Tomadini” di Udine (nella classe della prof.ssa Maria Grazia Cabai), vive a Gemona dal 2006.

Il fascino di suonare la stessa musica che echeggiava nei salotti della metà del ‘700. Il fascino d’avere sotto le mani uno strumento costruito interamente in legno, che sprigiona un odore antico e un suono vibrante e pieno.

Marius mi apre la porta di casa sua e dopo una breve chiacchierata si siede davanti al suo fortepiano e si mette a suonare: le dita corrono veloci sui tasti neri perché, (mi spiega) era più facile e meno costoso intagliare l’ebano che l’avorio, per realizzare i tasti più lunghi.

Le partiture che mi fa ascoltare sono vivaci e sbarazzine, note che si rincorrono in un balletto che ben si sposa con i larghi vestiti delle dame settecentesche e le loro così famose parrucche imponenti.
«Il fortepiano è uno strumento affascinante ma faticoso – sorride con un pizzico d’orgoglio mentre mi parla – richiede una manutenzione impegnativa, te lo devi portare ai concerti e bisogna posizionarlo nella sala molto prima, va lasciato tempo al legno per assestarsi e ambientarsi, il legno è un materiale molto sensibile, i livelli di umidità vanno tenuti sotto controllo, poi ti devi portare dietro ‘la cassetta degli attrezzi’… Il fortepiano non è semplice e ‘sicuro’ come un pianoforte normale. E’ soggetto al tempo atmosferico, che può incidere sul suono, all’umidità, perfino all’intonaco della sala dove si suona e al tessuto dei vestiti dei presenti. Il dover portartelo appresso fa sì che stabilisci con lo strumento una sorta di rapporto, qualcosa di dualistico.»

«Ma cosa si suona con un fortepiano?» Chiedo.
«Il repertorio è abbastanza limitato, se così posso dire… Va dal 1760 al 1809 circa, all’epoca di Mozart, Haydn, Cimarosa… Su questo strumento rendono molto i pezzi concitati, come gli allegri sul clavicordo, anche se lì il suono ha una propagazione minore, per via dei martelletti ricoperti da un piccolo strato di pelle invece che di feltro, come accade nel pianoforte moderno, che battono sulle corde. Questo gli conferisce un suono più vivace e frizzante. Il clavicordo è più uno strumento da casa, che molti musicisti come lo stesso Mozart, usavano per esercitarsi. Vorrei fare concerti anche con il clavicordo, poiché trovo che lasciare le sue potenzialità espressive solo per la quattro mura domestiche, sia un grande spreco.»

Il fortepiano è un cordofono a percussione, il papà volgarmente parlando, del pianoforte moderno, come lo conosciamo noi oggi.
«Ho scelto di suonare nella vita, mi piace innovare facendo conoscere la tradizione alle persone, per questo elaboro proposte innovative che propongo ai comuni del territorio. Il mio intento principale ora è quello di realizzare concerti con il mio fortepiano e condividere così con un pubblico la bellezza e la magia che questi strumenti antichi, messi sopra un palco, riescono a creare.»

Per tutte le informazioni e le date dei prossimi concerti, visitate il sito di Marius

 

 

 

Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *