Cultura

Lunari 2018 – I lavôrs di îr, di vuei e …

I lavori ed i mestieri praticati dall’uomo nel tempo sono serviti a garantire la sussistenza ma al contempo hanno fatto e fanno tuttora anche la sua storia e la storia del suo territorio

Più che i grandi eventi riportati sui libri, le battaglie epiche, le epidemie o i disastrosi terremoti, a definire la cultura e la fisonomia dei territori è stata e, continua ad essere ancora oggi, la piccola ma continua attività dell’uomo, la quotidiana laboriosità di tante persone nel corso della loro vita.

Ecco perchè pensare e scrivere dei lavori e dei mestieri di un tempo nel territorio di Gemona, significa, in un certo senso, parlare della storia della nostra città, delle sue tradizioni e della sua cultura spesso racchiuse nelle abili mani dei nostri padri. A loro, alla fine di una vita di lavoro rimangono le mani rugose, il patrimonio di gesti sapienti e l’abilità nel costruire, trasformare, modellare.

E’ al mondo degli artigiani, dei contadini, dei muratori, solo per citare alcuni esempi, che appartengono le immagini che abbiamo raccolto che ci raccontano di lavori e tradizioni fissati nel tempo, riportati nello spazio in bianco e nero di un stanza o di un cantiere, nell’atto di riparare una scarpa o di batter del metallo.

Se un tempo la gran parte dei mestieri era legata alla terra, sia per quel che riguarda il lavoro svolto direttamente nelle campagne (coltivazione e raccolta) sia per quelli ad essi collegati, quali la manutenzione degli attrezzi (fabbri, bottai), altri erano legati alla lavorazione degli alimenti (norcino, birrai); alcuni invece erano prettamente artigianali: i pittori decoratori, gli scalpellini, i falegnami esperti nella lavorazione del legno per arredi. Quello che è certo è che queste attività, sovente, hanno fatto poi da volano ad un artigianato via via più sviluppato fino ad arrivare, in alcuni casi, ad un industria vera e propria (per es. Fantoni o Pittini) o hanno dato origine ad altri mestieri o a una loro riqualificazione.

Se prendiamo ad esempio il lavoro del”purcitâr” (norcino) bisogna ricordare che questa attività, dapprima praticata solo nelle case, in allevamenti di singole famiglie e con pochi capi allevati, ha consentito in un primo momento l’”esportazione” di questo mestiere all’estero (in Austria e Ungheria nel 1900) e ha portato, poi, all’attuale sviluppo del settore dei prosciuttifici o dei salumi in Friuli, diventando una tra le più importanti attività di produzione alimentari italiane i cui prodotti sono conosciuti a livello mondiale.

Ricordiamo per esempio che dal “marescalc”…., il maniscalco, mestiere che serviva a dotare di ferri protettivi gli zoccoli del cavallo da tiro, o dal fâri (fabbro), si è sviluppato l’ artigianato per arredi in ferro ma, ricordiamo pure, che l’industra di Pittini Andrea è partita da una macchina per fare chiodi.

Per continuare potremmo anche portare l’esempio della lavorazione del legno, di questo materiale amico, lavorabile con pochi attrezzi ma che esige molta abilità: il “marangon”, lavoro che inizialmente serviva per riparare attrezzi e produrre armadi, tavoli, cassapanche per uso domestico, si è trasformato in un’ attività di creazione e realizzazione di componenti di arredo per interni fino ad arrivare all’intaglio e della decorazione propri dell’artigianato artistico.

Queste immagini che vi proponiamo nel lunari 2018 sono alcuni esempi di tutta questa grande attività produttiva che ha caratterizzato il nostro territorio. Hanno lo scopo di sensibilizzare la nostra comunità, chiamandola, in un certo senso, a ripensare alla propria identità e alle proprie funzioni usando come chiavi interpretative i mestîrs e i lavôrs, per rileggere il proprio passato, comprendere il presente e progettare un futuro sostenibile, valorizzando la specificità del territorio, inteso come contenitore di cose e soprattutto di persone dotate di grandi capacità e potenzialità.

Scarica il Lunari 2018

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