Cappello ha vinto nel 2014, il premio internazionale Terzani, con il romanzo “Questa Libertà”. dove racconta la sua vicenda umana e la storia della sua terra, l’esperienza dell’intera collettività. Parliamo con lui del suo libro, della sua scrittura, del bambino che viveva a Chiusaforte….
“Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell’aria e quanto l’aria senza confini definiti, hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue e i suoi limiti perché diventino concrete. In questo libro è raccontata la storia di come una libertà, la mia, sia germinata dai luoghi vissuti da bambino e poi abbia preso il volo dal mio incontro con la lettura. Così queste pagine, nei mesi, sono diventate un’ossessione, la scrittura mi ha torto il collo e ha costretto il mio sguardo nei luoghi felici dell’infanzia o a muovere i miei passi dentro dolori intensi che pensavo di avere rimosso. Mentre ero in ospedale, tanti anni fa, con lo sguardo ostruito dalle sponde di un letto, il dolore stava accucciato in attesa di un nuovo sforzo, pronto ad aggredire. E tuttavia, col tempo, il letto si è trasformato in un tappeto volante, un luogo in cui per un po’ ci si sottrae al mormorio del quotidiano e si vedono le cose da lontano e dall’alto….” (Pierluigi Cappello)
Concludiamo la prima parte dell’incontro con la lettura di Pierluigi di una sua poesia tratta dal libro “Mandate a dire all’imperatore” che ha vinto il premio Viareggio 2010 per la poesia.
A domenica prossima.