Cultura

Da Darmastadt a Ledis

Lo scrittore tedesco Rainer Witt dal 1976 trascorre le vacanze sui nostri monti

Lo scrittore tedesco Rainer Witt dal 1976 trascorre le vacanze sui nostri monti

Gemona, settembre 1976. Uno strato di polvere e macerie ricopre tutto il paesaggio, si respira desolazione e calcinacci. Molti se ne sono andati in esodo a Lignano, per scappare dal nulla, dalla morte che hanno visto in faccia. Dalla paura di un terremoto che sentono ancora nelle costole, un dolore che non può passare a distanza di soli pochi mesi. Molti altri invece sono ancora qui, avvolti da tende di fortuna, in attesa di poter ricostruire la loro casa, con entusiasmo e tanta speranza. Gemona sembra un fantasma bianco  in mezzo al Friuli.
Siamo agli inizi di questo settembre, quando un giornalista, inviato per la tv tedesca Hessischer Rundfunk (HR Fernsehen) con sede a Francoforte, arriva a Gemona con la sua auto. Un viaggio lungo e faticoso con lo scopo di documentare il terremoto friulano, all’estero.

Quel giornalista si chiama Rainer Witt, ha solo 33 anni e il terremoto non l’ha mai visto. «Sono arrivato in stazione e ho trovato solo un carabiniere, che ovviamente non parlava tedesco.» Sorride Rainer al pensiero di quei suoi dieci giorni gemonesi. Oggi è davanti a me, con qualche anno in più ma con la stessa viva curiosità che gli si legge negli occhi. Se ne sta seduto nella cantina della famiglia di Valter De Cecco che da anni ormai lo conosce e lo accoglie come se fosse uno di famiglia.
«Quel carabiniere mi ha portato al centro operativo di trasmissione, dove ho potuto realizzare le interviste che mi servivano, nemmeno lì nessuno parlava tedesco…»

Sorvolando il territorio con un elicottero militare, per fare le riprese video necessarie al suo servizio per la tv, nota tra lo sgomento e la disperazione, un’altura verdeggiante con al centro solo un piccolo stavolo diroccato.
Tra tanta solitudine lui ci vede una bellezza sconfinata e la curiosità, insita nel suo animo da giornalista, gli salta alla testa, vorrebbe sapere che posto è quello, ma non ha tempo. Lo vede scomparire dietro di sé mentre l’elicottero
ritorna a Gemona e lui si rende conto che il suo lavoro è appena cominciato… Con le comunicazioni interrotte a causa delle nuove scosse, Rainer non può chiamare in Germania per avvisare della situazione. Rimane lì, un po’ lavora un po’ aiuta, iniziando, con qualche difficoltà di comunicazione, a fraternizzare con quella gente così fortemente provata. Proprio quando, con un telefono di fortuna, cerca di mettersi in contatto  con la Germania, incontra Maurizio Marini e grazie a lui conosce quello che diventerà poi uno dei suoi più grandi amici: Luciano Boezio, l’unico in grado di parlare tedesco. Dopo il suo reportage sul terremoto Rainer torna nella sua Germania ma non smette di pensare a queste montagne, a quella baita diroccata, alla pace che nonostante tutto, aveva respirato in questo territorio. Decide così di tornare un anno dopo ospite del suo amico Luciano, inizia così il suo rapporto con Ledis e con Gemona.

«E così, sono 36 anni che io vengo in Ledis a fare le vacanze estive, ospite del mio amico Luciano Boezio, di Valter De Cecco e di tutte le persone che ho conosciuto negli anni. Non vengo a Gemona per fare delle vacanze economiche, ci vengo perché qui è bellissimo e se potessi ci starei per più di due settimane!Verrò in Ledis finché potrò, amo la libertà di poter lasciare aperte le porte e le finestre senza preoccuparsi di chi entra, amo sapere che qui sono tutti amici, vedere la Moeda scorrere e sentire il silenzio. Fare la pizza e il pane in Ledis, stare in comunità, dove si beve
in compagnia e ci si diverte. Voglio insegnare questo ai miei figli, la semplicità e la bellezza delle amicizie che, nate in un momento drammatico, si rinnovano di anno in anno.»

Rainer è un personaggio poliedrico: non è solo un giornalista televisivo che ha girato il mondo, ma anche uno scrittore di successo in Germania. Mi racconta delle sue molteplici pubblicazioni (sono più di 20!), di come sia
passato dalla satira, attraverso la scrittura di spettacoli di cabaret, fino ad arrivare alla passione per i thriller e i polizieschi più impegnati. Blut Geld (denaro insanguinato) è il suo ultimo libro, già best seller in Germania.

 rainer
Rainer insieme al figlio Max in Ledis

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