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Biele Glemone: un racconto per immagini

La presentazione del libro fotografico di Daniele Carnelutti attesa per sabato 17 settembre

biele Glemone - Daniel Carnelutti

Un libro ha tante vite, quante sono le storie che racconta o i personaggi che descrive. Un libro parla, come parlano le fotografie. Istantanee di un quotidiano vicino o lontano, ricordato o magari scordato. “Biele Glemone – dalle radici e dalle macerie alla rinascita, ambiente e natura” è un libro fotografico che racconta la nostra Gemona attraverso il doloroso passaggio del terremoto del ’76, che diventa reale e concreto, ancora una volta, alla luce dei drammatici eventi accaduti nel mese di agosto ad Amatrice (provincia di Rieti).

Le foto di Daniele Carnelutti raccontano la Gemona prima del sisma, durante e dopo: a testimoniare un passaggio obbligato, una rinascita dovuta.

La presentazione del libro è prevista per sabato 17 settembre alle 18.00 presso la Casa Accoglienza degli Stimattini (rive dai Stimatins – Gemona). L’ingresso è gratuito.

Oscar Martinelli, presidente del Gruppo Fotografico Gemonese, descrive così il lavoro di Carnelutti:

“Per immagini, il libro racconta la storia di un paesaggio culturale: il nostro. Non solo natura, non solo uomo che domina e plasma l’ambiente, ma uno spazio figlio di stratificazioni, denso di voci e odori: uno spazio percepito. Un paesaggio letto e compreso, realmente capito: questa è la cifra della galleria fotografica; questi gli strati di storia passata e vissuta: prima, durante e dopo il terremoto. La terra trema, urla, ma l’uomo riconosce il valore della sua appartenenza, e ricostruisce così com’era. La terra trema, uccide, ma l’uomo sopravvive al trauma emotivo, e declina il futuro, agendo con determinazione. Per molti, la natura palesa le sue icone: in sequenza, infatti, vi  sono immagini fotografate che assumono un valore identitario, perché in esse, qualcosa racconta di noi, perché in esse, ci riconosciamo: così, le nostre  montagne, il lago, la fauna, la flora. Di più, il paesaggio culturale: per tutti, infatti, lo sprone veicolato egregiamente dal volume in presentazione dovrà essere la sua identità, la sua riconoscibilità, perché il paesaggio fotografato è l’autentica icona del nostro  territorio. Pertanto,  la sua testimonianza è un privilegio, cui essere sinceramente grati.”

Daniele Carnelutti: nato nel 1946 a Gemona dove ha sempre vissuto, a parte il breve esodo dopo il terremoto del 1976. Appassionato fin da ragazzo di fotografia, ha iniziato a praticarla sui venti anni, quando è riuscito ad acquistare la sua prima macchina fotografica(a telemetro con ottica fissa). Premiato in vari concorsi nazionali e locali, ha sviluppato la propria ricerca fotografica soprattutto nell’ambito del territorio dove vive, dedicandosi, in particolare, alla fotografia documentaristica, ambientale (di paesaggio e natura). Egli è rimasto aderente al concetto tradizionale di fotografia, quale immagine singola e, per certi versi, irripetibile, idonea ad interpretare un particolare attimo di realtà vissuta, nella consapevolezza che per realizzare foto significative (interessanti) occorre, tra l’altro, trovarsi, anche con un po’ di fortuna, al posto giusto e nel momento giusto.

 

 

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