Ci troviamo a Taboga dietro il Fungo. Una grande struttura è siminascosta dalla vegetazione. Un albergo mancato. Possiamo erigerlo a simbolo di una sbornia cementizia che ha caratterizzato le scelte urbanistiche a Gemona negli ultimi quarant’anni anni. Iniziata un pò prima prima del terremoto, con una accelerazione negli anni ’80 e ’90. Gemona immaginata con 18.000 abitanti e la statale pensata come poderosa macchina per fare soldi. E il suolo agricolo? Mero servizio di “supporto“. Poche voci “stonate”, tra queste, anche Pense e Maravee sono state archiviate.
Solo adesso, a sbornia finita, iniziamo a guadarci attorno e a rallentare.
L’Hotel mancato, potremmo chiamarlo simpaticamente Green Hotel, verde per via della piante non piantate, per i volatili, i muridi, … che lo popolano gratuitamente. Nei pressi della statale.
L’Hotel mancato ci aiuti a ricordare e cambiare.
Ieri è stata una giornata importante, per due motivi.
– Si è celebrato la “Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione“. Nell’ anno dell’ EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, la giornata è stata l’occasione per ribadire che eliminare la fame e la povertà per tutti significa inevitabilmente anche proteggere i suoli dal degrado: è un’unica strada da percorrere.
– E’ stata pubblicata l’enciclica di papa Francesco “Laudato si“, la prima enciclica dedicata all’ambiente, con le nostre responsabilità, assimetricamente distribuite, con la speranza di una nuova umanità.
Vi proponiamo l’incipit:
« Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ».
Ma la colpa di chi è? Di amministratori che concedono permessi e modifiche al PRG ad ogni richiesta (si chiama voto di scambio)….come pure concedere licenze per aperture di centri commerciali (2 Eurospar, CoopCa, Manifatture, Lidl, Eurospin, Maxì…) neanche fossimo in una metropoli e alla faccia del commercio locale (vedasi situazione del nostro centro storico), oppure concedere licenze per aprire nuovi bar quando nelle immediate vicinanze ci sono già altre attività similari (es. piazza Garibaldi). Qualcuno prima o poi dovrà chiudere e non credo si possa definire una politica di sviluppo economico per il rilancio della nostra economia.