Un interessante dibattito, organizzato dal circolo locale di Legambiente, si è svolto venerdì 13 marzo in Comunità Montana a Gemona sul tema “Dalla Guerra fredda alle aree militari dismesse”. Ha introdotto il commissario della Comunità Montana Aldo Daici e il presidente del Circolo Sandro Di Bernardo. L’onorevole Giorgio Zanin, componente della IV Commissione Difesa della Camera, ha posto e sviluppato 3 questioni cruciali:
- la memoria storica che tali manufatti rappresentano,
- cosa fare di queste opere e i costi della loro “rigenerazione”,
- il ruolo che le Comunità locali hanno nel processo di riappropriazione di questi “Beni Comuni”.
Inoltre ha fatto il punto sulle dismissione e sulle difficoltà e vincoli che incontrano (approccio burocratico, scarsa progettualità correlata al riuso, i costi elevati stante la scarsa qualità edilizia dei manufatti,..).
Le opere considerato sono caserme, postazioni militari, fortificazioni, polveriere, alloggi per i militari, … costruiti dopo la 2^ guerra mondiale.
Moreno Baccichet, di Legambiente, è intervenuto dopo Zanin. E’ stato il regista dello studio, partecipato da diverse persone ed effettuato non solo a tavolino ma percorrendo a piedi i territori interessati dalle infrastrutture dismesse. Il risultato del lavoro si trova ora nel libro fresco di stampa “Fortezza FVG, dalla guerra fredda alle aree militari dismesse”, edizioni EDICOM.
Ha introdotto la sua relazione ricordando lo strisciante processo di abbandono di strutture caratteristiche di altri periodi storici (guerra fredda), ma anche i capannoni vuoti delle aree industriali e artigianali disseminate in molti comuni della Regione ( una zona industriale o artigianale in ogni campanile). Per avere una visione plastica di ciò è sufficiente attraversare la zona industriale di Trasaghis, o censire i capannoni vuoti lungo la Pontebbana, la Osovana,…
Pense e Maravee pubblicherà il video dell’incontro. Perciò riportiamo qui solo alcune considerazioni e domande che Moreno pone nel primo capitolo del libro e che ci paiono oltremodo interessanti.
L’intero Friuli Venezia Giulia dopo il 1945 è diventato una grande fortezza che non è mai stata per gli scopi per i quali è stata costruita. Oggi la dissoluzione della grande infrastruttura militare, pensata come una porosa trincea nei confronti del comunismo dilagante oltre confine, pone molti interrogativi sul significato e sui tempi del riuso di ampie porzioni del territorio per qualche decina d’anni erano state destina a scopi militari. Con quali tempi il territorio assorbirà l’infrastruttura militare oggi in gran parte abbandonata? Quali destinazioni d’uso possono rendere possibile un recupero delle aree? Quanto costerà alla comunità? Con quali risultati si sono operati i primi riusi? Quali problemi ci sono nel ridefinire le funzioni delle aree militari abbandonate? La Regione delle caserme si sta trasformando in quelle delle macerie e … di una natura che si riappropriando dei suoi spazi nativi (aggiunta personale).
Quali sono le strutture militari dismesse nel nostro territorio? Lorenzo Londero, a proposito della Caserma Goi Pantanali ha già posto alcuni quesiti e considerazioni al dibattito di tutti. Alla prossima.