La pubblicazione degli atti del convegno del 9 maggio vuole essere ulteriore strumento di riflessione. Le problematiche connesse al consumo di suolo e le potenzialità agricole rappresentano un aspetto della gestione territoriale articolata e complessa e, per molti aspetti, datata e bisognevole di attenta lettura e di una profonda revisione.
Appare necessario spazzare via le contraddizioni ereditate da scelte politico-amministrative non più attuali, quali il persistere dei campanili e con essi la frammentazione dei vari piani regolatori, a maggior ragione se inclini a soluzioni sbagliate, quali l’eccesso di capannoni o zone commerciali, o insidiosi nelle equivoche formulazioni, come per le “isole montane”, dispositivi che permettono di invadere anche le zone montane (vedasi Cuarnan) di clalet, scusate di strutture per il deposito attrezzi.
Appare altrettanto necessario guardare oltre l’orizzonte temporaneo della quotidianità e considerare con grande attenzione le indicazioni che provengono dall’Europa che nella Strategia di Europa 2020 vede un nuovo modello di crescita “intelligente, sostenibile e solidale”.
Ed è sempre necessario non dimenticare le radici, l’identità territoriale e le tradizioni e la cultura locale, sintesi della storia e della convivenza fra uomo e natura.
La serata dedicata all’agricoltura di Sant’Agnese di ieri, di oggi e di domani ha voluto esaltare la bellezza di un compendio che ha visto la storia degli uomini confondersi con l’ambiente, i suoi prati, i boschi e la forza della natura. Ha voluto sottolineare come il presente ed il futuro non possono prescindere dalla storia. L’albero delle comunità espande la sua chioma nella misura in cui le sue radici ed il tronco sono ben piantati nel terreno e possono così resistere e superare le tante ed imprevedibili difficoltà. E’ nella crescita sostenibile che l’agricoltura può avere un futuro e sant’Agnese può esserne testimone. All’inizio della strada poco prima del guado sula Vuaiat è appeso un cartello con una foto ed un disegno: così era, così sarà. Non sembra un progetto definitivo, ma apre ad alcune riflessioni. Sant’Agnese era ed è un luogo sacro, magico nella sua bellezza. Dovrà rimanere lo stesso; così com’è fa parte del patrimonio morale della collettività.
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Per visualizzare la presentazione al seminario sul conusmo di suolo