Il sito di Pense e Maravee riprende le pubblicazioni. L’interruzione è stata causata dall’intensa attività svolta a novembre e dicembre. Ricordo le iniziative principali; una serata con il poeta Leonardo Zanier, la serata culturale in stazione per il recupero della Sacile – Gemona organizzata insieme al Comitato dei pendolari dell’Alto Friuli e due presentazioni del nuovo calendario a Gemona e Trsaghis sul centenario del ponte di Braulins. Infine la collaborazione con la scuola primaria di Gemona per la riedizione del lunari “dai frus e das frutis e das lor maestris” realizzato nell’anno del terremoto.
Ma adesso parliamo di biciclette.
Salendo per il sentiero CAI denominato “troi dai 500” sono evidenti le tracce di chi scende in bicicletta. Spesso anche le pietre che costituiscono gli scalini vengono scalzate. Poi l’acqua o il semplice calpestio fanno il resto.
Impedire pertanto l’utilizzo delle biciclette in montagna?No! Ma occorre stabilire dove questa pratica è possibile e dove è invece vietata. Sarebbe pertanto opportuno che a livello cittadino le associazioni, in primis il CAI e l’amministrazione definissero la mappa dei sentieri praticabili.
Nel miei pensieri immagino sempre che chi va in bicicletta è rispettoso dell’ambiente e delle persone. Non è purtroppo sempre così. Ve lo dice un amante della bicicletta che ha sottoscritto la petizione lanciata dalla trasmissione di “Caterpillar” per assegnare proprio il premio nobel per la pace alla bicicletta.