ha organizzato il 6 giugno un incontro sul tema: “Sant’Agnese, l’agricoltura di ieri, oggi e domani”. Un’occasione per riflettere sul tema utilizzando un luogo simbolo per i gemonesi.
Ne parliamo con il Presidente del Circolo Sandro di Bernardo.
Parlare di agricoltura partendo da Sant’Agnese, perché?
“Sant’Agnese è nel cuore dei gemonesi perché qui essi trovano la risposta a tanti bisogni e aspettative, spirituali e materiali e riesce a farlo in quanto sintesi ed espressione di storia, tradizione, fede, natura. Sant’Agnese può essere riferimento anche per una nuova gestione del territorio, nel quale anche l’agricoltura può trovare adeguato spazio ed essere anch’essa uno dei tanti linguaggi con i quali la comunità si esprime. La chiesetta e i prati possono essere il simbolo di una zootecnia genuina, vera e, per questo, ancora presente nella società. Ma deve rimanere Sant’Agnese, così come ora la percepiscono i suoi cittadini”
All’incontro si sono alternati vari relatori. Enzo Gubiani ha ricordato l’esperienza fatta da bambino a Sant’Agnese (la mungitura, la piccola cucina dove si lavorava il latte, il fieno come giaciglio…), l’agricoltore Fabiano Floreani ha sottolineato le difficoltà di convivenza fra scelte apparentemente diverse di governo del territorio (tutela naturalistica e produttiva) e Alberto Boezio ha illustrato l’attività della latteria turnaria di Campolessi che è anche presidio Slow Food. E’ seguita l’esposizione di Rino Gubiani sulle potenzialità occupazionali e di reddito di un’agricoltura di qualità, confermate anche da Antonio Bertolla della Coldiretti. Nel dibattito sono intervenuti Lorenzo Beltrame, funzionario della Comunità Montana, Alberto Pischiutti Presidente Cooperativa Malghesi, Maurizio Tondolo di Ecomuseo, Manuela Rossi della Cooperativa Farfalle in Testa.
Presidente cosa è emerso dall’incontro:
“Dalle relazioni e dagli interventi è emerso come l’agricoltura, e la zootecnia in particolare, può avere un futuro sicuro nel quadro della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ma questa potenzialità deve trovare riscontro e conforto in una positiva risposta anche del territorio, inteso in tutti i suoi aspetti, di un lavoro di squadra fra le varie componenti e di una più razionale e coordinata governance dell’intero comprensorio”.
L’incontro fa seguito all’iniziativa promossa sempre dal Circolo “No al consumo di suolo, sì ad un’agricoltura di qualità”, che si è svolta il 9 maggio presso la sala degli Stimmatini sempre a Gemona, nell’ambito della quale è emersa la necessità di bloccare il consumo di suolo, rigenerare spazi già urbanizzati, anche attraverso una nuova governance territoriale e promuovere un’area agricola “di alto valore naturale”.