Alla fine degli anni ’80 un gruppo di gemonesi e alcune associazioni (ACAT e CAI) hanno ripulito la Grideule, che è servita per tanto tempo come area di smaltimento dei rifiuti. Riccardo Sabidussi e Antonio Guerra ci ricordano che sono stati recuperati circa 25 mc di ingombranti, 5 mc di rifiuti urbani e 50 q di materiale ferroso; forse è stato il primo intervento di pulizia del territorio a Gemona;
1991: il Comune ha aperto la ricicleria di via San Daniele (ora Centro di raccolta), una tra le prime in regione, permettendo ai cittadini di conferire rifiuti ingombranti, i pericolosi “domestici” e di avviare a recupero quelli riciclabili. Da quel momento si è ridotta la pressione dell’abbandono dei rifiuti sul territorio. I primi anni però non in modo significativo: il Comune non ha informato, a sufficienza, i cittadini;
1992: il gruppo Verde di Gemona effettua il primo censimento delle aree degradate. I siti censiti sono risultati 60 e i risultati sono stati presentati in un seminario pubblico nel giugno dello stesso anno; è stato prodotto un opuscolo e sono state avanzate delle proposte all’Amministrazione comunale;
Inizi degli anni ’90: la Magistratura ha avviato un’ inchiesta contro ignoti per un abbandono consistente di batterie di macchina in prossimità del Vegliato, a 500 m di distanza dalle prese dell’acquedotto (Loc. Gois);
1994: un successivo censimento, eseguito dal Comune, ha ricalcato i dati prodotti dal primo censimento. Sono stati rilevati:
– n. 17 punti lungo il Vegliato in area ex “Parco”;
– n. 25 punti lungo le direttrici dell’Orvenco, del Tagliamento, dei Rivoli Bianchi ed in prossimità dei Centri abitati.
Tredici siti erano su proprietà comunali, dieci su aree demaniali, altri su proprietà del Consorzio idrico e delle FFSS, i rimanenti su terreni privati. E’ seguito un intervento di pulizia e di ripristino dei luoghi su aree pubbliche.
Nell’area del Bersaglio sono continuate, per alcuni anni, illegali pratiche di scavo e ritombamento di rifiuti per lo più inerti. L’analisi dei suoli, condotta dal Comune nel 2000, non ha riscontrato la presenza di rifiuti pericolosi. Il Comune ha addebitato i costi di analisi, di rimozione e ripristino alla ditta CI.ELLE.CI che occupava l’area.
Nel 2000 sono stati individuati due siti, sempre in prossimità del Vegliato, dove realizzare una discarica per inerti. che potesse intercettare anche i flussi di rifiuti (rudinas) destinati a smaltimento illegale. La discarica è rimasta sulla carta, anche a seguito dell’emanazione di una normativa più rigorosa sulla costruzione, la gestione e il recupero delle discariche (direttiva discariche).
Nel 2002, a 10 anni di distanza dal primo censimento, l’Associazione Pense & Maravee ha fatto un’ analisi del fenomeno rendendo pubblici i dati e proponendo all’Amministrazione comunale di occuparsi del problema dell’eternit e dei rifiuti inerti prodotti dalle famiglie nei piccoli lavori di manutenzione o ristrutturazione delle case.
Nel giugno 2008 Enrico Boezio e Roberto Schettino, due cittadini gemonesi, hanno denunciato sulla stampa la situazione di degrado del Vegliato e in particolare la presenza di eternit.
Nell’agosto del 2008, Pense&Maravee ha rifatto un monitoraggio sul territorio, ha presentato i risultati in un incontro pubblico il 12 settembre nel Centro Sociale di Piovega e ha promosso insieme a Legambiente, nel contesto della giornata “Puliamo il Mondo”, tre interventi di pulizia realizzati il 28 settembre. In quella occasione Pense&Maravee ha segnalato due problemi particolari: lo smaltimento abusivo dell’eternit e i rifiuti solidi che fuoriescono dagli sfioratori di piena della fognatura (assorbenti igienici, preservativi,…) nella Roggia Bianca.
Negli anni successivi Legambiente ha organizzato ogni anno a fine settembre la giornata “Puliamo il mondo” con interventi di pulizia e bonifica del degrado
Conclusioni:
– Diverse associazioni di Gemona hanno collaborato a ripristinare luoghi degradati: l’ACAT, l’ANA di Ospedaletto, l’Associazione di Pescatori “La Macile”, il CAI, la Protezione Civile, Legambiente e naturalmente Pense&Maravee. La popolazione dovrebbe esser loro grata;
– il fenomeno provocato sia dalle famiglie che dalle imprese ha interessato soprattutto i luoghi in prossimità di corsi d’acqua raggiungibili con l’auto (Vegliato, Tagliamento, Orvenco) o prossimi agli abitati (rio Grideule) o comodi da raggiungere e isolati (Rivoli Bianchi);
– l’intensità del fenomeno si è ridotta nel tempo. La cause? Sicuramente una maggiore sensibilità dei cittadini, un miglioramento dei servizi di gestione dei rifiuti e lo sforzo di molti volontari.