Ambiente

Impronta di carbonio: si riparte!

Il Sindaco Paolo Urbani ha rilanciato il progetto del carbon footprint (impronta di carbonio) alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in vista a Gemona anche in occasione del 40° del terremoto.

Durante la conferenza stampa che ha concluso la visita a Gemona del Ministro Gian Luca Galletti, il Sindaco Paolo Urbani ha rilanciato il progetto carbon footprint: sarà un nuovo progetto di sviluppo per la comunità nell’ambito del già avviato progetto Gemona città dello Sport. Un programma che potrà far ottenere un marchio di qualità ambientale alla città e al territorio e che potrà maggiormente valorizzare anche le attività sportive e il turismo.

Carbonfootprint

Il Ministro ha espresso un primo pensiero alle vittime del terremoto di 40 anni fa e ha riconosciuto a Gemona il merito di porsi nuovi obiettivi e nuovi progetti ambiziosi.
Ha sottolineato che il percorso rientra nello spirito dell’accordo di Parigi siglato alla COP21 il dicembre scorso e che sarà fondamentale non fermarsi solo alle misurazioni delle emissioni di gas serra ma procedere nell’individuare e mettere in atto misure per la loro riduzione.

Il progetto iniziato tre anni fa non ha dato al momento risultati come abbiamo documentato più volte su questa testata ma soprattutto come risulta dalla risposta scritta data dal Ministro Galletti all’interrogazione parlamentare del 16 luglio scorso. La causa dell’insuccesso viene attribuita alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che aveva siglato l’avvio del progetto. A nostro avviso in tre anni di progetto non si sono ottenuti risultati perché il progetto mirava ad altro, era impostato su una campagna di marketing per far apparire Gemona “Green” prima ancora di intraprendere azioni concrete.

Peccato che per non ottenere nulla sono stati spesi circa 50.000 euro di soldi pubblici, ovvero dei gemonesi.

Ci si aspettava dal Sindaco un cenno di autocritica sul passato, in fondo riconoscere un errore (chi non ne commette?) sarebbe stato un segnale di correttezza verso i cittadini ma anche un segnale di forza di un’Amministrazione. Invece nulla di ciò. Però si riparte dall’inizio, con 50.000 euro in meno!

Una novità importante è che il gruppo REM, società di marketing, è stata sostituita dall’Università di Udine con la quale sarà stipulata una convenzione. Il prof. Alessandro Peressotti, durante la conferenza stampa, ha riconosciuto la bontà del progetto e messo a disposizione il proprio impegno nel mettere a punto un metodo di conteggio dell’impronta di carbonio a livello comunale, che oggi ancora non c’è. Al tempo stesso ha sottolineato che l’impegno dell’Università sarà orientato non solo al calcolo dell’impronta di carbonio ma all’impostazione di un nuovo criterio che orienti le attività dell’Amministrazione comunale.

In altre parole, ciò significa che le scelte future del Comune (urbanistiche, opere pubbliche, trasporti, acquisti, ecc, ecc.) dovrebbero essere basate anche tenendo conto della riduzione delle emissioni di gas serra.

Se ciò avvenisse sarebbe un ottimo risultato!

La presenza dell’Università di Udine è senz’altro una garanzia scientifica e rende il progetto credibile, i dubbi restano sulla disponibilità di risorse visto che né il Comune né l’Università hanno disponibilità di fondi per questo progetto e il Ministero li metterà a disposizione attraverso bandi aperti a tutti i Comuni. Un altro banco di prova sarà il reale coinvolgimento del territorio e delle associazioni quali componenti essenziali per la buona riuscita del progetto.

Se su questo progetto si è effettivamente cambiato registro rispetto al passato noi saremo lieti di documentarlo; continueremo perciò a seguirne da vicino gli sviluppi.

Leggi anche:

Argor e il progetto del Carbon footprint

Interpellanza al Ministro; Risposta pag1, Risposta pag2

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