Il 27 luglio il Consiglio comunale di Gemona adottava la variante n. 61 al Piano Regolatore Generale Comunale. E già il fatto di essere arrivati al n. 61 portava ad una prima riflessione: possibile che si debba andare avanti a forza di toppe e, dopo tanti anni dalla redazione del Piano, non si affronti l’urbanistica in modo organico adattando ai tempi uno strumento ormai vecchio?
La nuova variante prevede molti piccoli “aggiustamenti” che vanno incontro a reali esigenze dei cittadini, senza danno per la comunità e con un saldo a vantaggio delle aree agricole di 3.149 mq. Nel contempo, prevede due nuove lottizzazioni che trasformano in edificabili 12.000 mq di campagna. Il Piano somma algebricamente i due dati, dichiarando che la nuova superfice edificabile sarà di circa 8.851 mq (12.000 – 3.149).
Intanto, è giusto rendere palese come la perdita di superficie agricola rimanga in realtà di 12.000 mq, in quanto le superfici che ritornano a verde (3.149) non potranno più essere “agricole”, perché frammentate, integrate nell’abitato: saranno dunque cortili, giardini, orti, ma non campi da coltivare.
Il dato totale potrebbe sembrare non proprio eccessivo, ma è l’insieme, il ragionamento di fondo che non torna assolutamente.
Il territorio del gemonese è attualmente tra quelli a maggior dispersione insediativa della Regione. La sua bella e fertile piana è in gran parte scomparsa.
Non possiamo continuare a considerare il terreno agricolo come un bene di consumo, ma come una vera e propria risorsa esposta a esaurimento. Se vogliamo valorizzare questa risorsa non a parole, ma nei fatti, dobbiamo fermare la continua, lenta, irreversibile erosione che per 61 varianti non ha mai cessato.
Il Pil nazionale ha conteggiato come “ricchezza” anche la devastazione edilizia delle campagne e delle coste italiane, ma oggi sappiamo che non è così. L’attività edilizia del “nuovo” è un’attività economica effimera, dura quanto l’edificazione di una villetta e poi si trasforma in un costo per la comunità perché richiede di essere continuamente alimentata da infrastrutture e servizi. La terra invece continua a dare frutti, occupazione, lavoro e non si esaurisce mai.
Nell’anno 2015, con l’approvazione del Piano Struttura, l’Amministrazione Comunale Gemonese manifestava la volontà di operare una discontinuità rispetto alla gestione urbanistica tenuta fin ora, dimostrando sensibilità ai principi di sostenibilità ambientale e paesaggistica, in linea con i progetti di valorizzazione del territorio sul piano sportivo, turistico e delle produzioni agroalimentari locali. Ci saremmo aspettati un segnale forte in quel senso anche da questa “variante”.
Gemona dispone di un patrimonio edilizio con volumi superiori al fabbisogno abitativo. E’ dunque necessaria una politica che indirizzi concretamente l’attività edilizia verso il riuso, la ristrutturazione e l’adeguamento energetico e funzionale degli edifici esistenti, anche fruendo dei notevoli incentivi fiscali, come stanno facendo un numero crescente di comuni italiani che scelgono con decisione il “NO al consumo del suolo”.
Va infine sottolineato che la realizzazione di nuove residenze nella piana Gemonese, oltre ad appesantire ulteriormente i costi della infrastrutturazione e del suo mantenimento, va in senso contrario alla rivitalizzazione del Centro Storico cittadino, impegno questo da sempre assunto da parte dell’amministrazione comunale. Sono sotto gli occhi di tutti lo spopolamento progressivo, la chiusura degli esercizi commerciali, i balconi che restano vuoti. Gemona ha bisogno di concentrazione e non di ulteriore dispersione. Gemona non deve essere un aggregato di periferie. Se si lottizza la campagna, la domanda di ristrutturazione dell’esistente, già di per sé debole, svanisce.
L’opposizione di Legambiente quindi non è solo una difesa del territorio agricolo, ma anche un invito ad una riflessione più ampia, che si incardini nel recupero dell’edificato, nella valorizzazione del paesaggio e della identità storica, coerentemente con i principi che l’Amministrazione Comunale in altre occasioni ha dimostrato di voler perseguire.